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Comunicato Stampa: BIOMETANO: PRESENTE E FUTURO DEL SETTORE POTENZIALITA’ E LIMITI ALLO SVILUPPO

Venerdì 10 maggio, alle ore 9.30 in Aula Magna Pentagono di viale dell’Università 16 a Legnaro (PD)

10.05.2024

Domani, venerdì 10 maggio, alle ore 9.30 in Aula Magna Pentagono di viale dell’Università 16 a Legnaro (PD) si terrà l’incontro organizzato dal Centro studi di economia e tecnica dell’energia “Giorgio Levi Cases” che ha per titolo “Biometano presente e futuro del settore potenzialità e limiti allo sviluppo”. Interverranno Lorenzo Cocola, CNR – Istituto di Fotonica e Nanotecnologia di Padova, Donatella Banzato, Centro Levi Cases, Marco Lamonica, SNAM rete GAS, Adriano Zucchelli, Rina Consulting, Massimiliano Ambrosi e Marta Simonotti, Pietro Fiorentini, e Licia Balboni, FEDERMETANO.

Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti è necessario aumentare la produzione di energia rinnovabile in tutta Europa. Oltre a solare ed eolico per la produzione di energia elettrica, anche il biometano può svolgere un ruolo importante nel processo di decarbonizzazione.

Prodotto dell’upgrading del biogas, il biometano può essere un ottimo sostituto del gas naturale, evitando l’importazione di combustibili dall’estero e favorendo un’economia circolare tramite il recupero energetico di scarti agricoli, rifiuti a matrice organica, reflui zootecnici e scarti agroalimentari.

Dopo l’introduzione ai lavori di Paolo Mattavelli, Direttore del Centro Levi Cases, e di Luca Poletto, Direttore dell’Istituto di Fotonica e Nanotecnologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Padova, diversi esperti illustreranno necessità e potenzialità di sviluppo del settore del biometano in Italia.

«Il progetto Pipe 4.0 è riuscito a portare per la prima volta sul campo una tecnologia fino a ieri relegata all'interno dei laboratori di ricerca, grazie alla disponibilità di laser sempre più affidabili ed efficienti – afferma Lorenzo Cocola dell’IFN – CNR di Padova che presenterà i risultati del progetto PIPE 4.0 parte dell’iniziativa ATTRACT finanziata dalla Commissione Europea, che ha sviluppato sensori laser per il monitoraggio del biometano –. Grazie allo sviluppo di software di misura realizzati appositamente per il progetto. Per mezzo della nuova strumentazione sperimentata, la rete gas esistente potrà essere sfruttata sempre più facilmente per la distribuzione di biometano ed idrogeno verde».

«Il biometano è una risorsa energetica rinnovabile preziosa e può svolgere un ruolo chiave nella decarbonizzazione dei settori energetici e dei trasporti – sottolinea Donatella Banzato del Centro Levi Cases organizzatrice del convegno e che durante la sessione degli interventi si concentrerà sugli aspetti economico – che ha organizzato il convegno. È anche l'unico biocarburante adatto al settore navale, che permette di ridurre le emissioni di CO2 e di lavorare in una perfetta ottica di economia circolare. Per sfruttarne appieno il potenziale, occorre agire tempestivamente con tutte le conoscenze necessarie a partire dai sottoprodotti utilizzabili, fino al sistema incentivante previsto dalla normativa, 2 e tutte le altre entrate possibili: garanzie di origine, recupero della CO2, vendita del digestato, e in alcuni settori il compost. Con il giusto impegno e i giusti investimenti – afferma Banzato – il biometano può diventare il carburante verde di successo, accelerando la transizione verso un futuro sostenibile e contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni di gas serra».

Della rete di distribuzione del biometano parleranno Massimiliano Ambrosi e Marta Simonotti, di Pietro Fiorentini che porteranno l’esempio del monitoraggio del gas immesso in rete tramite la tecnologia RAMAN, sviluppata anch’essa nell’ambito dell’iniziativa ATTRACT.

«La diffusione delle iniziative di realizzazione di impianti di produzione di biometano, sostenuta dalle politiche europee e nazionali, ha generato e continua a generare un incremento delle richieste, da parte dei produttori, di allacciamento alla rete di trasporto del gas naturale nazionale gestita da Snam Rete Gas. In questo scenario, l’azienda svolge un ruolo fondamentale, mettendo a disposizione risorse utili a realizzare i collegamenti con tempistiche e costi aderenti alle aspettative del mercato, a supporto del percorso di transizione energetica del Paese. Snam Rete Gas – dice Marco Lamonica, di SNAM rete GAS che durante l’incontro farà il punto sullo stato dell’arte della rete di trasporto – è stata inoltre indicata da ARERA, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, come il soggetto che si dovrà fare carico dell’elaborazione e della pubblicazione del documento contenente la mappatura delle aree disponibili, attuali e future, di capacità di trasporto e di distribuzione a livello nazionale, nonché dell’individuazione delle soluzioni atte a ottimizzare le connessioni degli impianti di produzione di biometano alle reti del gas».

«Il biometano ha avuto il pregio di rimodulare la gestione del rifiuto: quello che prima era uno scarto ora è una vera e propria materia prima con un suo valore. In questo modo gli agricoltori non hanno più un ulteriore costo di gestione, ma un reddito per ottimizzare i loro processi agricoli. Inoltre – afferma Adriano Zucchelli di Rina Consulting che valuterà come si possono finanziare i progetti di biometano – dagli impianti si può ottenere il digestato che è un ottimo fertilizzante naturale, minimizzando il costo di quelli chimici, senza impoverire il terreno, che anzi viene arricchito di materia organica. Questa è una vera e propria circolarità fisica della materia. Con tali premesse, oggi è più facile ottenere capitali, sia da banche, ma soprattutto da fondi (italiani ed esteri) che vogliono diversificare i loro investimenti aumentando nel contempo i parametri ESG di sostenibilità dei loro investimenti».

Infine, Licia Balboni di FEDERMETANO spiegherà come il biometano potrà essere usato a servizio della mobilità sostenibile.

Il Centro studi di economia e tecnica dell’energia “Giorgio Levi Cases”, costituito presso l’Università degli Studi di Padova, è un centro interdipartimentale che si occupa di ricerca scientifica e tecnologica delle fonti di energia, della loro trasformazione, distribuzione e utilizzo finale. Fondato nel 1969 grazie al lascito dell’Ingegnere Giorgio Levi Cases, il Centro raccoglie e coordina le attività di ricerca in campo energetico di 11 dipartimenti dell’Università degli studi di Padova e si avvale di finanziamenti privati e pubblici. Obiettivo del Centro è di promuovere la collaborazione interdisciplinare tra laboratori attivi in diversi settori scientifici e tecnologici che operano nel settore dell’Energia, attraverso il sostegno della ricerca scientifica ed applicata, l’organizzazione di eventi a carattere scientifico e divulgativo, collaborazioni con enti di ricerca nazionali e internazionali, e con aziende private, e l’istituzione di corsi di formazione universitaria. Con i suoi 198 docenti organizzati in 54 gruppi di ricerca, il Centro Levi Cases si propone come riferimento locale e nazionale sulle tematiche energetiche.

L’incontro è anche accreditato dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Padova.